sabato 4 aprile 2015

Cinema.

     La mia passione per il cinema non è nata da molto. Posso dire che prima fosse solo latente. Arrivai a vedere Il Gladiatore per 15 volte di fila non sapendo il perchè, volevo solo provare a cogliere ogni sfumatura di quel film. Inutile dire che non ci capii niente, avevo solo 12 anni.

     Da quel momento in poi ne passarono molti altri, finchè non mi venne la curiosità di vedere altri film. Era un giorno d'estate e le cose non mi andavano bene, recuperai un film di tale Béla Tàrr, un regista ungherese che aveva fatto questo film di quasi 3 ore, si chiamava "Il cavallo di Torino". Non avevo neanche 18 anni, mi cimentai senza arte nè parte a vedere quello che scoprii dopo essere un capolavoro del 2011.

      Ero cosciente che quel film non potesse piacere a tutti, ma io avevo iniziato a vederlo senza nessuna pretesa, senza conoscere niente sulla trama e senza aver visto nessuna recensione. Mi sedetti, guardai e ne fui completamente rapito.

     Ne discutevo l'altro giorno con un amico, sul fatto che non ci sia bisogno di essere appassionati di cinema per vedere un film. Io non ero d'accordo inizialmente, ma da quel momento ci pensai e mi resi conto che non era così come pensavo. Quel film lo vidi senza alcuna nozione, tutto quello che imparai sul cinema e sulle inquadrature venne dopo. Fu senza nessun libro, mi misi a vedere film a manetta, tutti nello stesso modo in cui avevo visto il primo cercando di riprodurre la stessa magia di quella mia prima visione di quel film, "Il cavallo di Torino".

      Ed è così anche nella vita. Uno pensa di non fregarsene niente di certe cose, di essere completamente negato. Poi capita qualcosa, un occasione per avvicinarsi ad un aspetto che non aveva mai colto. Per essere colti da qualcosa non serve averne studiato ogni aspetto, per cogliere la magia del cinema non serve aver visto molti film, serve solo lasciarsi prendere. Chi non se ne fa prendere è perchè, in fondo, non vuole farsi prendere. Non gli interessa di fargli piacere il cinema, in realtà.

     E per quanto riprovai e riprovo ancora a vedere altri film, nessun film riuscì a darmi lo stesso che mi aveva dato quel primo film, "Il cavallo di Torino", nessun film mi emozionò come quello. So che non è il più bel film del mondo, so che ci sono altri film che vedrò che saranno belli più di lui, ma quell'emozione che mi prese era legata al fatto che non stessi cercando quella stessa emozione. Venne così, mi prese per mano, mi ipnotizzò e mi restò per sempre stampata dentro.

     Da quel momento, ci sono poche cose che mi appassionano come mi appassiona il cinema.

Nessun commento:

Posta un commento