Caro Diario,
all'inizio del mese è successo che ho rifiutato un voto. Nelle due settimane tra la prima e la seconda data, dato che non avevo un granchè da aggiungere alla preparazione che già avevo, mi sono chiesto a cosa serve un esame.
all'inizio del mese è successo che ho rifiutato un voto. Nelle due settimane tra la prima e la seconda data, dato che non avevo un granchè da aggiungere alla preparazione che già avevo, mi sono chiesto a cosa serve un esame.
Con il nome che mi
ritrovo, quando va bene sto più o meno a metà elenco. Ho avuto una mattinata
intera per pensarci, guardando gli esami degli altri e anche il mio. Stavano
proprio tutti i professori oggi, 80 studenti sono un numero bello grande. Pure quella
che teneva un'ora, ecco, pure lei le persone le ha tenute mezz'ora. Poi è
toccato a me.
Mi ha
chiamato il mio prof preferito, bravo bravissimo bravo bravissimo
fortunatissimo, stimatissimo, l'ho apprezzato proprio tanto. Mi sono seduto e
sono partito proprio bene. E io parlavo, parlavo, poi ad un certo punto è
arrivato un amico del professore e ha iniziato a parlare con lui. Io mi sono
fermato un istante, lui mi ha detto di continuare. Poi ha iniziato a fare cose
al telefono, non mi guardava neanche.
Mi avrà
chiesto al volo quattro argomenti, sarà che andava anche un po' di fretta. Poi
si è interrotto un altro paio di volte, -No, guarda, domani non posso venire,
ho da fare l'esperimento della fusione!-. Io me lo immaginavo lì, con gli occhialetti
alla Doc Brown in una stanza piena di fulmini ad esclamare -Grande Giove!-. Ed
io ridevo, sorrideva anche lui, era un clima disteso. Poi abbiamo chiuso
l'interrogazione, mi ha messo il voto e gli ho fatto i complimenti per le sue
lezioni, -le ho trovate ottime, ci tengo a dirglielo ad esame concluso!-. Sono
andato bene tutto sommato, ma in quel momento credo di aver trovato, oltre ad
una firma storta sul libretto, anche una risposta a quella domanda.
Credo che
gli esami servano ad un paio di cose. Oltre a costringere gli studenti a
studiare, servono anche a farli stare con i professori a tu per tu per un
momento, a far vedere al singolo studente l'importanza che ha per il
professore. Ecco, io sono contento per il voto, ma non sono contento per l'interrogazione
perchè non l'ho trovato uno scambio umano.
Io quando
parlo con le persone cerco di non avere un cellulare in mano, cerco di stare a
sentire quello che hanno da dire. Magari mi scappa di mandare dei messaggi,
soprattutto quando sono contento e sono uscito dall'esame, però anche lì cerco
di limitarmi. Se non posso ascoltare qualcuno con attenzione, magari gli dico
-Mi devi scusare, oggi sto così, dammi un attimo che ho bisogno di due
secondi.-. Se sto sentendo uno studente e viene un amico a salutarmi, gli dico
-Scusa, sto esaminando, ci becchiamo dopo.-
In
conclusione, penso che gli esami servano a sfatare i professori. Che poi, ci ho
anche pensato all'interrogazione, mi sono sentito proprio un coglione a fargli
i complimenti dopo avermi trattato con un buon voto, ma con poco rispetto.
Penso che gli esami servano a far
capire agli studenti come sono realmente i professori e a fargli pensare,
quando serve, -Se dovessi diventare un giorno un professore, non voglio essere
come lui.-