Caldo e cremoso, si impasta la bocca. Così tanta nutella che
faccio difficoltà a masticare. Il tutto è reso ancora più difficile dalla
scelta del panino all'olio, notoriamente dal sapore dolciastro e da sempre
abbinato (a ragione) alla nutella. Le mie sette del mattino di una domenica di
ottobre liceale ancora troppo clemente, con addosso solo un paio di pantaloncini
di cotone mentre una madre non troppo clemente mi ricorda per la terza volta
che dovrei mettermi qualcosa addosso.
Una mano regge il piatto, l'altra accende la tv su un canale
a caso, poggia il telecomando e prende il volantino della coop. Sento
distrattamente che qualcuno lascia qualcun altro senza parole come una
primavera, ma a me importa molto più guardare a quanto danno la nutella dal 25
di ottobre al 3 novembre. Ascolto distrattamente e sfoglio il volantino ancora
più distrattamente, per lasciarmi andare lentamente alla pastosa sbobba di
nutella e pane e al naturale stordimento dei primi dieci minuti dopo la
sveglia. L'ultima cosa che osservo sono Giorgia e quello dei Negramaro che cantano
in mezzo alla nebbia sulle montagne, gridandosi che si vorrebbero sollevare.
Poi vince l’abiocco.
Sulla corriera, su facebook, tutti che si lasciano senza
parole come una primavera. Ed io che cammino sotto il sole con la maglietta a
maniche corte e le mani in tasca e mi chiedo che cazzo voglia dire lasciare
qualcuno senza parole come una primavera. Continuano a ripeterlo tutti, in
maggioranza donne. Ho l'immunità al 90% dei tormentoni, ma questo tormentone mi
sembrava più insensato di tutti quelli che avevo conosciuto fino ad allora. Non
avevo ancora conosciuto il Pulcino Pio.
Tornato a casa, poco prima di pranzo mi misi anche a leggere
il testo di quella canzone, ma non ci avevo capito proprio nulla. Mi sembrava
senza senso, campato in aria.
Giacchè parlavamo tutto il giorno a messaggi, te l'ho
chiesto.
-Ma che cazzo vuol dire quella canzone? Mi sembra proprio
senza senso!-
-Ehhh, un senso ce l'ha!-
-Si, ma quale?-
-Hai visto il video?-
Quello dei Negramaro e Giorgia in mezzo alle montagne che si
gridano cose a cazzo?
-No, non l'ho visto!-
-Eh, se lo vedi capisci!-
Mi promisi di farlo di lì a breve. Rientrò nelle mie
priorità della giornata, ma quella seguente, dato che questa era giunta al
termine. Il giorno dopo tutti continuano a lasciarsi come una primavera. Ero
curioso, ancora più curioso visto che eri proprio tu ad averci visto qualcosa
di interessante, e visto che trovavo anche te interessante, la cosa è stata
transitoria. Magari era un messaggio che volevi darmi, magari era qualcosa di
recondito, qualcosa di splendido che trovavi interessante anche tu. Sarebbe
stato ancora più bello apprezzarlo se sapevo che lo apprezzavi anche tu.
Dopo qualche anno mi è uscita la barba, ho perso qualche
chilo, messo su qualche muscolo, iniziato a bere birra di tanto in tanto e
trasferito a più di cento chilometri. Di te non mi frega più niente, se non per
ricordare qualche momento bello e scriverci qualcosa su per far ridere me
stesso e qualcun altro. Raccontando di quella volta che me la sono vista brutta
tagliando un limone, tra una fetta di pizza e l’altra lancio un occhio alla tv
e guardo un paesaggio nebbioso da cui spunta la pelata di quello dei Negramaro,
a cui è sufficiente far vedere un video in cui canta al dentista per sapere se
ha qualche carie. Poi gli si affianca Giorgia e si vorrebbero sollevare,
consolare, sollevare, non si decidono. E lì mi tornò in mente.
Alla fine non ero andato a vedere il video di quella canzone. Non ci avevo più pensato, sebbene allora fosse così importante per me. Mi ero del tutto dimenticato, tra mille impegni e mille cose da fare, mi era uscito completamente di testa. Erano già passati cinque anni da allora, il mondo scorreva, e per un momento ho pensato a ciò che eravamo. Gli altri ridevano ancora della mia disavventura con il limone, ed io buttavo una mano in tasca per accendere la connessione internet sul telefono. Ero davvero pronto ad andare a vedere cosa avresti voluto dirmi.
La canzone non l’avevo mai ascoltata per intero, allora la
odiavo troppo. Digitavo “ti vorrei sollevare” sul browser del telefono, e in un
istante pensai che, in fondo, non me ne fregava niente. Non me ne fregava
niente neanche allora, in fondo.
Per quanto potessi avermi preso, per quanto possa essere
stato io innamorato di te, per quanto avrei fatto qualunque cosa per vederti
felice, non saresti mai riuscita a cambiare i miei gusti. Ero un debole allora,
ma sufficientemente forte da impedirti di rovinarmi del tutto la vita.