domenica 19 febbraio 2012

Gioventù spenta.

L'aria calda odora
di gocce di sudore
e polvere alzata.

Vecchio tricheco dai
sogni slabbrati, stringi
una candela raggrinzita,
e la giri per cercare di
tenere accesa la sua
fiamma invano.

Pelle secca e piegata,
piena di polvere e di
roccia andata, coperta
di abiti troppo giovani,
pezzi di vite già usate
che giocano a fare i bambini.

Ed io, dall'alto guardo e rido,
scoppio di vita
dei miei freschi diciassette
dietro il mio maglione chiaro
e gioco con la mia amica
come un orso ubriaco,

ebbri
di adolescenza fresca,
ascoltando per sbaglio
un vecchio tricheco 
dai peli leccati
annunciare un tango argentino.