giovedì 23 ottobre 2014

Domani.

    Una giornata lunga e faticosa
e di soddisfacente non una sola cosa.
Stanco e depresso, siedi sul letto:
"Domani è un altro giorno, sarà più corretto!"

    Ti addormenti, lieto, di questa certezza
ma di una cosa non hai avuto accortezza:
quando domani siederai sulla tazza
dolori e crampi soffrirai
per quegli stronzi che lascerai.

    "Perchè queste cose dici, o poeta di stocazzo?"
Vi chiedo scusa dell'imbarazzo,
volevo dire solo che è buffa l'ironia
con cui lasciamo una giornata da buttar via.
"Domani è un altro giorno", osiamo dire,
come se, ciò che resta di quello prima,
non fosse la merda che faremo in quel giorno.

     Il duro passato, in scioltezza, cerchiamo di scordare,
ignari che, domani, sarà proprio ciò che dovremo defecare.