giovedì 12 marzo 2015

Willy.

     Ho aperto gli occhi e se n'è aperto uno solo. Cioè, li avevo tutti e due aperti, però uno mi sembrava chiuso. Poi ho mosso le braccia e si è mosso solo quello di sinistra ed ho capito che ero così stanco quando sono andato a dormire che il mio corpo sarebbe riuscito a svegliarsi solo metà alla volta.
     Riequilibrato il tutto, noto un'immagine completa della radiosveglia che mi avvisa perentoriamente che sono le 8. Mi alzo e preparo il caffè. Ho preso una miscela strana che mia madre mi aveva detto che avrebbe fatto schifo, però ho voluto fidarmi del mio intuito che mi diceva che invece sarebbe stata buona. Sentendo il profumino che usciva dalla base della caffettiera, ho iniziato a pensare che fosse l'ennesima conferma che il mio intuito fa schifo.

     E invece no, il caffè era buono, o forse anche stavolta sono le mie papille gustative che fanno schifo, oppure è tutto apposto ma ho ancora il cervello sminchiato dalla giornata di ieri. C'è un solo modo per scoprirlo: apro la tapparella e lascio entrare la luce di Dio nella mia stanza.
    Una ventata di quasi primavera pervade le mie quattro pareti e mezzo di cubicolo e si scambia con un'aria viziata di circa otto ore notturne. Il sole splende ed un ragazzo vestito da Willy il Principe di Bel Air si appresta al bidone dell'umido con una busta dalla forma sferica.
    Fa un passo cadenzato, ne fa un altro, apre il cassonetto e schiaccia la busta nel contenitore con una mossa teatrale. Si lascia il cassonetto alle spalle, alza le mani in segno di vittoria, ne adagia una alla narice sinistra e lascia sfiatare il naso con la forza dei cannoni di Navarone dando via libera ad un calibro di muco e altre misteriose secrezioni dal probabile calibro di 20 millimetri.
    -Forse non sono l'unico ad essersi svegliato a metà, ma quantomeno ho la decenza di non uscire di casa prima di essere completamente legittimo-, chiudo la finestra e vado a farmi la doccia con un (mezzo) sorriso.

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