mercoledì 6 agosto 2014

Necessità.

Ho appena scoperto di essere arrivato a 6000 visite. Nonostante abbia ridotto la cadenza degli aggiornamenti, nonostante abbia cambiato (e cambierò) con altrettanta frequenza (e repentinità) il mio stile di scrittura, ringrazio chiunque abbia avuto il buon cuore, la voglia e, soprattutto, la pazienza di stare a sentire ciò che avevo, che ho e che avrò da dire.

Sperando di non annoiarvi mai e di darvi sempre emozioni nuove, ancora grazie.
E ora, via con il post.
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    Può accadere, qualche volta, che chi ti sta accanto abbia davvero bisogno di te senza che te lo chieda. Te ne accorgi all'improvviso, senti di poter fare qualcosa.

    Ed è proprio in quei momenti che dovrai fare di tutto per essere utile, con la certezza che probabilmente non riceverai neanche un "grazie", la probabilità di essere trattato anche un po' male per la tua presa di posizione e di sentirti dire cose che non vorresti sentire, eppure è proprio allora che senti dentro la necessità di agire, di fare qualcosa.

    In quel momento è forte la tentazione di rispondere male, dare fiammate di acidità e fuggire dal mondo per tornare ai fatti propri. Saresti perfettamente in grado di farlo, ma in quel momento, se sei cosciente della concreta possibilità di risolvere qualcosa, decidi di correre un rischio.

    Rischi la derisione, l'umiliazione, sensazioni ancora peggiori delle precedenti. Non sei per nulla sicuro di riuscire, ma sei senz'altro sicuro che è tutto ciò che puoi fare. La mano trema, la gola anche, il sangue scorre più forte e, se non lo hai mai fatto, potresti anche iniziare a incrociare le dita, ma il tuo passo dovrà essere sicuro e implacabile. Chi agisce deve essere sicuro di ciò che fa, se agisce per esitare può solo fare danni.

    Se fallirai, andrai avanti e vedrai qualcosa che ti dispiacerà, probabilmente affronterai le ore e i giorni seguenti a chiederti se sarebbe stato meglio stare fermi. Non sai cosa accadrà se avrai successo, non stai neanche a chiedertelo, speri solo che, ad ogni modo, accada la cosa migliore.

   Se proprio in quel momento in cui l'attesa è più trepidante, la paura è massima, se proprio allora il karma, la Legge di Murphy, le maledizioni dei post su facebook, la spietata ironia dell'universo intero deciderà di avere pietà di te e tutto andrà davvero, per una volta sola, per il meglio, ecco che ogni paura colerà via come la neve al sole. Camminerai e tornerai al tuo lavoro con una preoccupazione in meno.

    Nessuno ti ringrazia, nessuno riconosce il tuo lavoro. Passo dopo passo, torni a ciò che facevi prima, ripensi a ciò che è successo e a ciò che hai fatto fino a scontrarti con un'ultima consapevolezza, pesante come un blocco di marmo: se non ci fossi stato tu, per davvero non sarebbe finita nel migliore dei modi.

    In questi rari momenti, quelli come me sentono il bisogno estremo di fumare una sigaretta.

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