venerdì 15 marzo 2013

Paparazzingher.

Sono arrivato a 2000 visite. Che siate qui per caso o perchè sapete della mia insana passione, vi ringrazio di cuore per il vostro appoggio. Scrivo perchè mi rilassa, ma avere persone che leggono ciò che produco è sempre una soddisfazione enorme. Che vi conosca o meno, che mi conosciate o meno, grazie mille.

E ora qualcosa di completamente diverso.
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    "Porco D**!". Afferra i bordi del distributore automatico e lo spinge avanti e indietro. Gli ingranaggi sembrano essere davvero decisi a non dargli ciò per cui ha pagato, così cerca di convincerli con più veemenza. "Porca Ma*****!!", sbotta cercando di spaventare il macchinario, sperando che prenda vita e gli chieda anche scusa. Niente, questo ammasso di ferro sembra proprio essere insensibile, e per giunta ancora meno credente del povero idraulico affamato, che guarda l'orologio e manda affanculo il ladro senza un cuore.

    La cappella è grande quanto una piccola stanza. Ha quattro file di banchi probabilmente presi all'Ikea, qualche sedia accomodante, delle immagini sacre e un piccolo altare intonacato. Il prete ha la stazza di Galeazzi e aspetta tutto il giorno nella piccola stanza, probabilmente fredda. I finestroni permettono di vedere tutto all'interno, anche le domeniche in cui il prete dice la messa ad una platea inesistente. Compie ogni rito da solo, senza nessuno ad ascoltarlo, solo Dio, lui stesso e magari la gente che abita al piano di sopra, sempre se non è da qualche altra parte.

    Credo in Dio, ma non vado molto spesso a messa. Tecnicamente, non vado mai a messa, più che altro perchè ho da studiare. E' una pessima scusa, me ne rendo conto, qualche volta me ne dispiaccio anche, tranne che nei periodi d'esame. In quei periodi non ho tempo nemmeno per dispiacermi, solo per studiare, mangiare e dormire. Vado in aula studio verso le 20 di una monotona domenica sera. Passo di fronte alla cappella, c'è anche qualcuno dentro ad assistere al rito della settimana. Vado a studiare, dopo circa un'ora esco a fare una telefonata. Sono ancora lì, a celebrare la messa. La mia telefonata dura un quarto d'ora e la messa deve ancora finire. Ci credo che non va nessuno a seguirla. Chiudo la telefonata con un sorriso ironico, di cui mi pento qualche secondo dopo.

   Non passa giorno in cui non senta almeno una persona chiamare in causa un santo, la madonna o il megadirettore in persona. Non mi dà fastidio sentire bestemmiare, ognuno è libero di fare ciò che meglio crede, ma per principio non bestemmio. Non bestemmierei neanche se non avessi fede, semplicemente per rispetto di chi ha fede e si sente disturbato dal sentire qualcuno che impreca in quel modo. "Porco D**!". Quando lo sento mi guardo intorno. Trovo sempre qualcuno che si stupisce e sorride, qualcuno che pensava alla stessa cosa e in silenzio approva quelle due sante parole, qualcuno che abbassa la testa e stringe il muso.

   Chi bestemmia non se ne rende conto, non essendo nella dimensione della fede e, magari, non conoscendone neanche le proporzioni. Se si prova a chiedere a chi bestemmia il motivo per cui lo fa, sentirà dire che è normale arrabbiarsi e prendersela con qualcosa che non esiste,  ovvero Dio. Se poi si prova a chiedere come fa ad essere tanto certo che Dio non esista, la risposta sarà qualcosa riguardo alle guerre, alla fame, alle carestie, al fatto che se ci fosse Dio non permetterebbe tutto questo. "Quello è merito del diavolo, non di Dio." "Ehi, senti, che cavolo! Volevo solo bestemmiare, Cr**** Santo!"

   La bestemmia è un atto di potere. Se qualcosa va storto, bisogna dimostrarsi forti. Per dimostrarsi forti e per sfogare la rabbia, ce la si prende contro qualcosa di cui non si ha paura.   Per questo si chiama Dio in causa. Lui in persona o chi sta lì vicino, tutta colpa sua che ha permesso questo. Bestemmiare significa chiedere "Ma perchè a me questa cosa proprio in questo momento?", e quando non si ha la risposta a questa domanda, si trasforma automaticamente in odio contro qualcosa di immenso.

    Dio è il rifugio degli afflitti, ma essere afflitti non va più di moda da un pezzo. Chi crede in Dio è debole, chi bestemmia è forte. Chi crede in Dio segue la moda, chi bestemmia è un ribelle anticonformista. Nessuno vuole essere una pecorella che segue la massa, così tutti iniziano a bestemmiare, per evitare di essere uguali agli altri idioti senza cervello che credono in qualcosa paragonabile a Tonio Cartonio. E' bello ogni giorno avere a che fare con un'enorme massa di anticonformisti. E' una grande vittoria contro il sistema.

   Una splendida sala piena di ultrasessantenni in costume è pronta a scegliere in che modo rispondere alla blasfemia dilagante, in quale persona si tradurrà l'opposto della blasfemia. Vince un tedesco strano dal nome ancora più strano. Sembra Zio Fester con i capelli, o ancora di più somiglia al cattivo di Guerre Stellari. Sceglie un nome che sa di antico, con un numero ancora più strano, ma tutti lo chiamano Paparazzingher.

   La terra del rigore partorisce l'alternativa all'alternativa. Fa un po' paura a vederlo, ma ha un tono di voce che suscita tenerezza. La sua bocca mastica dolci parole italiane e le trasforma in schegge germaniche. Tante consonanti quasi a caso in una figura che suscita il sorriso. Non un nome più appropriato per Paparazzingher.

   E' il nuovo capo di un'istituzione in crisi. Un sistema di regole rigide in una società liquida, che deve cercare di accontentare per evitare di perdere seguaci. La scelta è tra accomodare le scelte di un'umanità in progresso e svolgimento oppure diventare ancora più rigidi e cercare di domare il gregge famelico.

   I concetti ecclesiastici sono troppo complessi per essere spiegati a gente che non ha tempo, bisogna colpire con frasi brevi e significative, che suscitino curiosità ed attenzione. Il nuovo catechismo non è solo un librone inutile, lo danno anche in edicola nel formato tascabile, tutto pieno di risposte alle domande più frequenti in un linguaggio abbordabile anche ai più lenti. Il marketing convince abbastanza e sembrano esserci meno scuse per chi non vuole avvicinarsi al mondo mistico del Signore Iddio solo per pigrizia. Fatto questo, è ora di passare a nuovi slogan e nuove frasi d'impatto. L'aquila germanica non ha posa e batte il pugno sul tavolo di un mondo in rovina. 

   Paparazzingher non si fa attendere, si alza nel suo rigore e sentenzia: "I profilattici non combattono l'HIV, anzi, ne facilitano la diffusione.". Il povero vecchio aveva mancato l'obiettivo, e anche di molto. Probabilmente voleva intendere che "Se non foste tanto fissati con il sesso, vedreste come l'HIV non si diffonderebbe tanto.". Ed è vero, è equivalente al modo migliore per non prendere l'influenza: non uscire mai di casa. Le parole sono importanti, però, ed una frase del genere aveva bisogno di parole più chiare, per quanto discutibile. La reazione dell'opinione pubblica si è potuta tradurre molto banalmente in un: "Ma che cazzo dici?".

    L'anziano ci riprova aprendo ai musulmani. E' un argomento delicato, ma bisogna risolvere anche questo, in nome della stabilità della Santa Istituzione. Indetto un dibattito, anche lui prende la parola, con discorso fermo e deciso, inevitabilmente frainteso. Un discorso contro la guerra santa viene interpretato con qualcosa che suona come "il vostro Dio è un pazzo sanguinario". Inevitabili polemiche e inascoltate le repliche, che hanno il suono di un miagolio in mezzo al traffico caotico. Anche questa volta, tutto il mondo tuona un perentorio "Ma che cazzo dici?"

   E ancora una volta con i negazionisti della Shoah. Non lo vogliono neanche all'università, Paparazzingher. Per giunta viene fuori che lo vogliono ammazzare per dare posto ad un italiano. Questo ed altri documenti segreti vengono fuori, per mano di un hacker e un cameriere traditore. Condannati dal tribunale vaticano, che sembra quasi imbarazzato a doverlo fare, a qualche anno di galera. Paparazzingher, però, non è cattivo. Li perdona e li manda a casa a giocare.

   Paparazzingher è stanco. In un mondo che cambia, nessuno vuole starlo a sentire. Stringe il pugno immerso nell'acqua cercando di prenderne un po', tira fuori il braccio fradicio stringendo il nulla in mano. Ha solo idee antiche in cui credere, ha vissuto in funzione di quelle idee, e il mondo gli ha riso in faccia. Come l'uomo che fallisce, abbassa la testa e va via.

    Cerco di calmare l'ansia prima di essere chiamato all'orale. I professori interrogano due ragazzi alla volta e la gente intorno a me ripete. Accendo il cellulare e vado sul sito di qualche agenzia stampa per vedere che succede nel mondo. Leggo la notizia e mi sembra assurdo. Non era mai successo. In un istante avevo capito ogni cosa, avevo visto le lacrime di un uomo fallito nel breve di una dichiarazione ufficiale. Per quanto non appoggiassi le sue idee, è triste vedere il fallimento di un uomo. Paparazzingher piange e se ne va. Sorridendo dico "Ragazzi, il papa si è dimesso.", ed un piccolo coro mi intima di star zitto, "che cazzo pensi a 'ste cose, coglione, che hai un esame da fare! Cazzo te ne frega del papa!?!".

    Vedendo un vecchio piangere la rovina dei suoi giorni, ho chiesto ai miei coetanei di guardarlo piangere. Ho sentito tuonare anche su di me quella frase perentoria, "Ma che cazzo dici?".

    Mi è parso anche di sentire l'eco di un "Porco D**".

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